Un ricordo che viene da lontano
... da così lontano, anche per me, da sembrarmi quasi nuovo...
Quando iniziai il mio corso nuovi (il dodicesimo, nell'autunno del 1970) entrai nel gruppo sospettando che fosse gestito da "preti travestiti" e, tornandomene a casa, dopo il colloquio di iscrizione, mi chiesi dove trovassero i soldi per campare ... Ma mi trovai bene e ci rimasi fino alla fine, superando il colloquio di selezione finale (che avveniva alla presenza di una psicologa).
Tre turni al mese di 6 h ciascuno: 7-13, 13-19, 19-24, 24-7; quelli notturni erano riservati soltanto ai maschi (sia per "motivi di sicurezza", sia perché, a quel tempo, ben poche ragazze potevano passare un'intera notte fuori casa).
Non erano ancora stati inventati i "turni d'appoggio" e feci i miei primi tre nel luglio del 71.
Nel mese di agosto feci 12 turni (!) (Era il mese di chiusura delle grandi fabbriche e di quasi tutto il terziario...)
Anche allora capitava di essere soli durante il turno (a parte la notte, che prevedeva un solo turnista).
Non so bene quanti fossero i turnisti attivi, ma ricordo che le mattine erano già un problema: raramente c'erano due persone, molto più spesso una. Il pomeriggio era sovente coperto da due turnisti e la sera spesso da tre...
Ricevevamo 60 chiamate al giorno, comprese le mute e i riagganci; c'erano forse meno abituali, ma c'erano, e c'erano pure le telefonate di tipo sessuale...)
Le mini-riunioni non erano ancora state inventate, i colloqui si tenevano soltanto nei casi limite, gli incontri erano assembleari, abbastanza numerosi (30/40 persone e in certe occasioni di più), e raramente ci dividevamo in gruppi...
Tutte le sere, dalle 18 alle 20 , nelle stanzette riservate al Telefono, c'era Franca Farina, che leggeva e classificava le schede delle ultime ventiquattr'ore (però non c'erano forze, né mezzi tecnici per elaborarle...). Franca, soprattutto, parlava con chi andava a fare il turno e, giacché era lì, capitava spesso che si intrattenesse con qualcuno... era un punto di riferimento per i turnisti in crisi o in difficoltà e ne raccoglieva confidenze, emozioni a volte molto personali... (è rimasta con noi quasi ininterrottamente fino alla metà degli anni 90!...)
Prima di cena in sede c'era qualcuno che lavorava nella segreteria di Mondo-X e chi organizzava incontri, corsi, o il tabellone.
Nei miei primi tempi, prima che mi coinvolgessero più direttamente e intensamente nella vita del gruppo, vedendo tutta questa "evanescenza" nei modi, nell'impegno, nelle scappatoie che alcuni sembravano preferire alla serietà del servizio, dicevo di non credere al Telefono Amico fatto da questa banda di sparpagliati, ma solamente in quello che facevo io e quel gruppetto al quale ero più legato per affinità e simpatia...
Mediamente, negli anni successivi al 70 / 71, i turnisti sulla carta erano tra gli 80 e i 100. Non sapevo quanti rispettassero l'impegno dei tre turni,
E c'era chi lamentava che fossero troppi quelli che non assolvevano il proprio dovere, seppure facessero qualcosa di più per il gruppo... qualcuno vedeva come una sorta di privilegio, altri come tradimento, il fatto che chi si dedicava al corso nuovi sospendesse temporaneamente il servizio per potersi meglio dedicare a tale attività... qualcun altro invece diceva che seppur i turnisti fossero sempre "risorsa scarsa", era più difficile trovare persone disposte a un impegno di tipo gestionale e organizzativo che a coprire i vari turni...
Spesso qualcuno se la prendeva, perché sembravano tollerate situazioni che non rispettavano la regola dell'impegno minimo e invocava una disciplina più ferma, che non cedesse al ricatto del "meglio poco che niente".
Qualcun altro riteneva importante che ci fossero più persone possibili a rispondere (io pativo moltissimo dover chiedere di richiamare)...
Altri chiedevano allora: perché essere in tanti, se poi qualcuno rispondeva "male"? Non era meglio essere in pochi, ma "buoni" piuttosto che tanti, ma qualitativamente così scarsi?
Ma chi poteva decidere cosa era male, buono, scarso? Non era più importante, semplicemente, esserci, esserci insieme, ciascuno con i suoi limiti e le sue qualità?
E come tener conto di tutto, di tutti, senza esagerare? Come tendere la corda nel modo giusto per ricavarne musica, ma senza farla spezzare?
E come garantire l'equilibrio tra i diversi punti di vista, legittimi, sentiti, a volte sofferti?
Ci si lamentava molto nel fatto che la vita media dei turnisti fosse troppo basso rispetto alle aspettative e alle richieste. Ci si interrogava sul perché tanti abbandonassero, senza neppure farsi più vedere, senza nemmeno dirlo... ci si sentiva in colpa, si cercava di capire perché, si cercava di porci rimedio... e spesso un corso nuovi non bastava, e bisognava farne due all'anno...
Non mi sembra ci sia un passato da rimpiangere, ma sono convinto che possa esserci un futuro da costruire.
Ciascuno di quelli che ha dato il proprio tempo e le proprie energie alla gestione del gruppo ha contribuito negli anni, a farlo sopravvivere malgrado le spinte centrifughe, gli abbandoni, gli inevitabili urti personali e personalistici che ci sono sempre stati...
Contestualmente si è trovato a combattere con difficoltà operative, politiche, gestionali, relazionali che gli sono state utili (indispensabili) per la sua evoluzione di essere umano.
Proprio grazie al gruppo, ai suoi meccanismi di funzionamento, alle sue regole, ai suoi principi i conflitti sono sempre stati in qualche modo gestiti, superati, dimenticati... ma comunque vissuti, riconosciuti, controllati.
Ed è questo che ci fa diventare adulti e liberi, proponendoci di vivere, per il tempo della nostra appartenenza a Mondo-X, un'ESPERIENZA SOSTANZIALE DI PACE, costringendoci a collaborare tra diversi, incontrati per caso e non cercati, né scelti.
Se "la guerra" è prevaricazione, esclusione, rigidità, chiusura, egoismo , separazione dal diverso, la pace non è dormire beatamente tra i fiori, ma mettere in opera formidabili energie "alchemiche"; energie capaci di trasmutare la prevaricazione con la collaborazione, l'esclusione con l'inclusione, la rigidità con la morbidezza, la chiusura con l'accoglienza, l'egoismo con la generosità, la separazione con l'unità.
Questa trasmutazione non è operazione da furbetti in cerca di compromessi, o da vigliacchi che temono il confronto, o da giustizieri che "purificano la razza".
Questa alchimia che evolve emozioni oscure in pensieri di luce (o, se preferite, la rivalità in collaborazione) è il frutto di un atteggiamento "guerriero" nei confronti della tendenza a pensare se stessi come il centro del mondo. Non ce lo hanno detto fin dai tempi del corso che il primo ostacolo alla libertà, alla conoscenza e alla consapevolezza è il nostro pregiudizio, la tazza che, già piena, non può accogliere altro?
La nostra individualità sarebbe asfittica, senza l'aria nuova portata dall'incontro con l'altro.
E allora perché preoccuparsi, quando le dinamiche di vita del gruppo ci pongono di fronte a queste prove? Non sono che i normali (e faticosi) esercizi che questa palestra propone.
Buona sudata a tutti/e!
Ciao Nando, oggi dai "piani alti" hanno chiamato sù Franca perché c'erano di certo tante schede da leggere e telefonate da ascoltare. La sua storia umana oggi 07.08.2017 dopo 88 anni ha il suo compimento. Noi sappiamo che i semi di bene da lei gettati durante tutta la sua vita porteranno grandi frutti. La ricorderemo nella preghiera martedì 8.08 alle ore 20.30 nella Parrocchia di S. GIULIANO martire Barbania canavese. Funerale mercoledì 9.08 ore 16 S. GIULIANO MARTIRE BARBANIA CANAVESE ciao sua nipote
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