martedì 8 marzo 2011

L'effetto Isaia (ridotto)

Il testo di Gregg Braden "L'effetto Isaia" ipotizza l'esistenza di una scienza perduta, di una tecnologia capace di produrre il potere di dirigere gli avvenimenti.
L'autore arriva a questa conclusione esaminando i testi antichi, soprattutto quelli profetici. La profezia è per Braden una scienza "che ci permette di accedere alle future conseguenze di scelte che facciamo nel presente". Accanto alla profezia si pone però un'altra scienza perduta, la tecnologia della preghiera, "che ci consente di scegliere quale profezia futura vivremo".
Le profezie non erano, quindi, condanne a breve o a lunga scadenza, ma avvertimenti che avevano lo scopo, quando riguardavano fatti negativi, di indicare che bisognava cambiare rotta proprio per evitarli.
La concezione antica del tempo viene ora suffragata dalla scienza quantistica che ammette la possibilità di eventi diversi nello stesso momento.

Di questo lungo articolo vi propongo qui di seguito un breve riassunto. Se la cosa vi interessa, accedete al post successivo, dove il pezzo è riportato per intero


Ora, se siamo convinti che le nostre scelte, consapevoli o meno, abbiano determinato il nostro mondo così come esso è, ne deriva che, se vogliamo guarire il mondo, dobbiamo sapere discernere tra le nostre scelte e scegliere quelle condizioni che vogliamo sperimentare nella realtà. "Quando modifichiamo le nostre convinzioni e troviamo nuovi modi di esprimerci, il mondo circostante rispecchia le nostre scelte. I sistemi turbolenti diventano pacifici in presenza della nostra pace. Le scelte che affermano la vita nel nostro organismo creano delle condizioni, che rispecchiano tali scelte anche all'esterno.
Forse questo spiega l'antico insegnamento secondo cui per guarire il mondo dobbiamo diventare noi stessi le condizioni che portano guarigione". Ciò è stato comprovato anche a livello scientifico: infatti, si è scoperto che le nostre emozioni e sentimenti influenzano il DNA, che a sua volta influenza gli atomi e le molecole di quanto ci è vicino.
Braden è convinto che, se solo l'uno per cento della popolazione mondiale si focalizzasse su un sentimento di preghiera di pace, usando la giusta tecnologia, il mondo intero potrebbe cambiare, potrebbe essere mutata la coscienza del mondo. Tuttavia, bisogna riflettere che la cosa non è così semplice come sembra, perché noi stessi, che ci sentiamo pronti a pregare per la pace nel mondo, non siamo esenti da esperienze di guerra nel nostro privato.
Quando freghiamo il posteggio ad un altro, quando insultiamo l'automobilista che ci sorpassa, o quando sorpassiamo con prepotenza, quando facciamo i furbi e usiamo tutte quelle piccole strategie per prevalere, quando nel lavoro ci mettiamo in competizione, quando ci facciamo raccomandare, quando desideriamo che all'altro sia impedito qualcosa, quando cerchiamo il potere personale, ecc. - perché mille potrebbero essere gli esempi - noi stiamo seguendo schemi di guerra e di separazione. Ora, se questi schemi sono dentro di noi, costituiscono il nostro modo di sentire e di rapportarci, come possiamo avere la pace nel mondo? Il nostro mondo è l'effetto di ciò che noi siamo. Dobbiamo provare ad essere pace, a provare pace al nostro interno perché ci sia l'allineamento di pensiero, emozione e sentimento nella nostra preghiera.
Occorre ancora, però, saper emettere pensieri chiari e immagini precise di ciò che si vuol realizzare. Se il pensiero deve guidare l'emozione, non dobbiamo consentire che essi si pongano come il gatto e la volpe. Dobbiamo aver chiaro in mente il mondo che vogliamo, studiandone tutte le possibili conseguenze.
Pertanto, bisogna dar vita ad un'immaginazione collettiva del nuovo mondo e ammantarla di passione, pensare con assoluta fede che esso già è, si realizza senza scosse e sconvolgimenti, ma nella gioia e nell'armonia, espressione di una pace che dobbiamo gustare, sentire, amare ed esprimere anche in ogni nostro atto.
Naturalmente, all'interno dei gruppi ognuno dovrà farsi parte attiva, perché è scontato che un programma così vasto non può essere solo onere di pochi, ma ognuno, secondo le proprie possibilità e competenze, in spirito di servizio, dovrà attivamente fare la sua parte. Inoltre, se c'è purezza di intenti e vero spirito di servizio e non protagonismo, sicuramente gli aiuti verranno dall'alto copiosi, mentre un gruppo che presenta disfunzioni, mancanza di chiarezza, o in cui i membri cercano realizzazioni personali o, ancora peggio, tramite cui qualcuno amplifichi il proprio ego, sarà sicuramente abbandonato dal conforto della presenza dei maestri e delle essenze angeliche.
La legge di attrazione funziona quando riusciamo a restare concentrati su un'aspettativa, ma noi quasi sempre siamo incostanti e abbiamo poca e poco duratura abilità di concentrazione.... (omissis)...
un piccolo gruppo non può agire da solo, ma questo piccolo nucleo potrà agire da polo di attrazione di altre persone valide a risolvere i vari problemi inerenti alla messa a punto e alla concretizzazione del sogno del nuovo mondo. A questo proposito è bene chiedersi quali persone potrebbero essere utili al progetto.
Le persone adatte devono essere capaci di "guardare oltre il caos e di riconoscerne le possibilità esistenti, come se vivessero a cavallo tra due mondi. Non c'è bisogno di una grande quantità di persone, ma occorrono persone qualitativamente dotate di una mentalità aperta verso qualsiasi possibilità, pronte ad assimilare e a sintetizzare. Una volta che avrete cominciato a cercarle, compariranno nella vostra vita in modi che sembreranno troppo straordinari per essere casuali…
Non vi dovete sentire responsabili per tutte le fasi del processo, ma soltanto per la promozione iniziale dell'idea". Il processo iniziato da pochi deve essere diffuso secondo il principio organico della divisione cellulare. Uno si incontrerà con due, e ognuno di essi con altri due fino ad arrivare, via via, ad una moltitudine. Le entità avvertono di non scoraggiarsi perché "durante le prime riunioni dei gruppi ristretti, nessuna singola visualizzazione riuscirà a coinvolgere pienamente ogni partecipante, va quindi fornito un suggerimento che serva da guida. All'inizio verranno proposte diverse versioni dell'obiettivo, ma alla fine si troverà la definizione perfetta. A poco a poco, con l'aiuto che viene dall'alto, il processo ideativo si completerà, ma si potrà realizzare solo se sarà supportato dall'unità delle intenzioni. Unità, chiarezza faranno sì che si giunga alla piena consapevolezza di tutti i mezzi utili a garantire il compimento del progetto. Naturalmente il tutto deve essere concepito nel rispetto delle leggi universali.

Nessun commento:

Posta un commento