Ieri sera, durante un incontro di formazione al Telefono Amico, è stato richiesto a ciascuno dei partecipanti di dire quale fossero le cose che lo imbarazzano di più.
Visto che mi piacciono le frasi ad effetto, avrei potuto dire che, ridotto come sono, ormai non mi imbarazza più nulla!… :-)
Però, a pensarci bene, ci sono cose che mi imbarazzano.
Le conversazioni banali mi vengono in mente per prime… poi i complimenti, che qualcuno a volte mi fa… soprattutto dover fare un discorso "organizzato" anziché intervenire "a braccio"…
E poi c'è di peggio: parlare con persone che ho già visto più volte e delle quali non ricordo assolutamente il nome e, peggio ancora, con persone che ho frequentato nel passato e delle quali non ricordo assolutamente nulla.
Ecco, forse questa è davvero la cosa che mi imbarazza di più e davvero: è come se non mi ricordassi la mia vita.
Certo, ricordo molte persone (molte di più ne ho dimenticate), ma non ricordo quasi nulla di quello che facevamo insieme, dei posti che frequentavamo, delle cose che facevamo e con chi…
Questo succede anche se si parla di amici intimi, e addirittura di moglie e figli.
Tranne rare eccezioni ricordo pochi aneddoti specifici su Chiara, Federico o Francesca e, guardando le foto di quando erano neonati, spesso li confondo…
A volte penso che sia quasi patologico, altre volte ne vado felice e fiero, perché questo mi aiuta a viaggiare leggero.
Allo stesso modo ho dimenticato quasi tutti i torti subiti (tranne qualcuno, pochi, che ha bruciato di più).
Allo stesso modo ho dimenticato quasi tutti i torti subiti (tranne qualcuno, pochi, che ha bruciato di più).
Allo stesso modo non ricordo ben pochi tra i favori dei quali ho goduto...
Forse perché ho cambiato tanti posti nella mia vita, andando ad abitare in luoghi relativamente distanti, e mi sono occupato sempre più delle nuove relazioni da allacciare che di mantenere quelle che avevo lasciato.
Del resto sono sempre stato molto legato al presente, al qui-e-ora vissuto con tale intensità da non avere praticamente il tempo di guardarmi indietro.
Si possono contare sulle dita di una mano le relazioni che ho mantenuto per interi decenni: le altre sono tutte state sempre abbandonate per far posto alle nuove che la vita mi poneva davanti.
Si possono contare sulle dita di una mano le relazioni che ho mantenuto per interi decenni: le altre sono tutte state sempre abbandonate per far posto alle nuove che la vita mi poneva davanti.
Sì, forse faccio anche delle brutte figure e delle vere gaffes, ma anche nella vita delle persone succede quello che succede nella vita dell'intero universo: il nuovo sorge soltanto là dove c'è spazio, i giovani nascono perché i vecchi muoiono, e la morte ci accompagna continuamente, quella delle cose, quella delle situazioni, quella delle persone… L'IMPERMANENZA…
E poi naturalmente c'è, di fondo, la predisposizione ad un certo tipo di memoria… (il rincoglionimento senile comincia sempre più presto di quanto tu non creda…)
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