sabato 28 maggio 2011

Siamo inesorabilmente troppi…

Siamo inesorabilmente troppi.
E vogliamo continuare a crescere: ridurre al massimo possibile la mortalità infantile, allungare al massimo possibile la durata della vita media e curare sempre meglio le malattie significa inesorabilmente aumentare l'insostenibilità del sistema.
Mari senza pesci, la desertificazione che avanza, l'inquinamento ambientale, l'effetto serra e il progressivo consumo, sempre più rapido, di risorse energetiche non rinnovabili caratterizzano la nostra specie come devastante all'interno del sistema.
Come ogni sistema, infatti, quello di cui facciamo parte è dotato di meccanismi "automatici" e "interdipendenti" che ne garantiscono la sopravvivenza, seppure sottoposta a costanti mutamenti (evolutivi/involutivi). E in nessun sistema è consentito a chicchessia di prevalere sino al punto di danneggiare il sistema stesso.
Come può sfuggirci questa ovvietà? Questa è la priorità prima intorno alla quale immaginare qualunque intervento per affrontare la crisi di sopravvivenza prossima ventura, che non è solo un problema economico/industriale, come sembra immaginare nella nostra miope classe dirigente.

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